Teatro

Lucio Salzano: attore, regista ed 'ideatore di spettacoli'

Lucio Salzano: attore, regista ed 'ideatore di spettacoli'

Lucio Salzano, attore, regista ma soprattutto ideatore di spettacoli innovativi e originali, che fondono arti e generi diversi, per creare eventi unici. Dopo Top spin e Lo sguardo del mare, torna a Napoli con Poetic juke box, che sarà rappresentato dal 15 al 17 settembre nella Masseria Cortile Grande del Parco delle Colline Metropolitane, ai Camaldoli. Uno spazio inusuale, una musica che crea emozioni, diaproiezioni su un corpo, una voce recitante.
 
Salzano, di che cosa si tratta?
“E’ una macchina teatrale interattiva, che si accende quando lo spettatore fa la sua scelta, seleziona il ‘pezzo’ tra 48 poesie del Novecento italiano e si lascia coinvolgere.”
 
Questa è la seconda edizione del Poetic juke box. Intende farne un’operazione che continua nel tempo?
“Si. Infondo si tratta di un unico spettacolo che dura da 62 ore attraverso tappe diverse. Essendo composto dall'insieme dei frammenti interattivi di cui gli stessi spettatori decidono la sequenza, Poetic Juke-Box ha avuto un inizio, ma, almeno per ora, non è ancora terminato.”
 
La prima volta ha sistemato l’installazione nel Museo Archeologico Nazionale e nella Reggia di Caserta, location di ben diverso livello rispetto a quella country della Masseria.
“È vero i luoghi sono molto diversi, per dargli un senso globale, per poter offrire ad un pubblico quanto più vasto è possibile, l’opportunità e il gusto di parteciparvi. Quelli erano i luoghi sacri della cultura e della memoria storica. Questi sono legati soprattutto alla natura, ai suoi paesaggi, all’opera dell’uomo nell’habitat naturale. Allora ottenemmo un successo inaspettato e mi è sembrato interessante riprenderlo oggi con una diversa connotazione anche per sottolineare, attraverso lo scarto tra la dimensione urbana e quella rurale che caratterizza questi luoghi, il carattere di straniamento che l'arte e la poesia sempre rappresentano.”
 
Crede che la poesia sia ancora apprezzata nella nostra società caotica e troppo spesso prosaica?
“Ne sono convinto. Tutti abbiamo un’anima e dobbiamo nutrirla. La poesia ci porta lontano con la fantasia e con il cuore. Ci stimola e riflettere, ad emozionarci, ad ascoltarci. A questo bisogno non ci sarà mai fine.”
 
Ancora una volta conferma la squadra.
“Con Antonella Monetti, Antonio Onorato ed Enrico Grieco lavoro da molti anni. C’intendiamo e siamo ormai un’équipe consolidata. Sono professionisti di livello, c’intendiamo sul piano artistico e siamo grandi amici.”
 
Lei ha cominciato un po' di tempo fa con il teatro di ricerca, per poi passare ad allestimenti teatrali, diremmo più tradizionali (Becket, R.Alberti, S.De Beauvoir) sia pure trasposti in maniera originale. Che cosa l'ha portata a realizzare opere quali Poetic Juke-Box o Top Spin?
“L'esperienza serve per crescere. Tutto mi è stato utile e tutto ho fatto con piacere, ma il mio interesse per la ricerca e per la sperimentazione di nuovi linguaggi è rimasto costante e mi ha condotto a elaborare il mio personale filone, fatto di innesti e fusioni di varie forme d'arte, rivolto verso l'innovazione e il superamento degli assetti tradizionali della rappresentazione.”

Quali progetti ha per il futuro?
“Oltre alla ripresa di Poetic Juke-Box (che si riaccenderà in altre città italiane, tra cui Roma e Lucca), sto lavorando alla ripresa di Top Spin, che è stato presentato a Napoli in anteprima, con le musiche originali composte ed eseguite da Antonio Onorato.”
Anche qui uno spazio insolito
“Il set è realmente originale: un campo da tennis, perchè ho voluto spostare il palcoscenico proprio dove l’azione si svolge. Si dipana scenicamente come una trasposizione onirica, sospesa tra il ricordo dei fatti avvenuti e la loro trasfigurazione, sullo sfondo di una passione, quella dei protagonisti per il tennis, che diviene metafora della partita della vita, con la sue sconfitte, le sue vittorie, le sue improvvise accelerazioni.”

Foto di Enzo Velo